Piazza San Matteo è uno dei tesori di Genova. Piccola e appartata è un vero gioiello del capoluogo ligure … avvolto nel mistero: qui infatti venne impiccato un ladro con una corda d’oro e un fantasma, quello di branca Doria, vaga ancora per questi vicoli!
Fulcro di Piazza San Matteo a Genova è la sua chiesa fondata nel 1125 ma ricostruita nel 1278. La Chiesa di San Matteo è stata la cappella della famiglia Doria, una delle più illustri e potenti famiglie genovesi. Come vi dicevo una prima chiesa venne costruita nel 1125 da Martino Doria, un benedettino appartenente alla famiglia genovese. La chiesa venne intitolata a San Matteo protettore dei gabellieri ossia a coloro che, nel medioevo, erano incaricati di riscuotere le tasse, attività svolta appunto dalla famiglia Doria.
In questa piazza i Doria fecero costruire edifici che, ancora oggi, testimoniano la potenza di questa famiglia e portano il visitatore indietro nel tempo, un vero viaggio nel medioevo di Genova. Piazza San Matteo è infatti circondata da:
- Palazzo Andrea Doria al n.17 che venne donato ad Andrea dal Senato nel 1528
- al n. 15 c’è palazzo di Lamba Doria regalato dal Comune a colui che sconfisse i veneziani nella battaglia di Curzola
- ci sono poi i palazzi di Domenicaccio Doria e di Branca Doria caratterizzati dalle strisce chiare e scure tipiche della metà del duecento.
Ma veniamo ora al fantasma di Branca Doria, nobile genovese vissuto tra il 200 e il 300. Il suo palazzo si erge ancora oggi alla sinistra della Chiesa di San Matteo, nell’omonima piazza. Era un uomo ambizioso, voleva essere potente e rispettato, ma soprattutto voleva incutere paura nel prossimo ed era totalmente privo di scrupoli. Apparteneva a una delle famiglie più antiche e nobili di Genova ma ciò non gli bastava, voleva diventare ancora più forte e potente. Decise così di sposare Caterina Zanche, una timida ragazzina di sedici anni, figlia di Michele Zanche, governatore del Logudoro in Sardegna. Branca Doria ambiva proprio al titolo nobiliare del suocero e per ottenerlo compì un efferato crimine: durante un banchetto luculliano attese il momento più adatto, probabilmente dopo che il suocero aveva bevuto qualche bicchiere di troppo e lo fece uccidere da un sicario alla sola presenza del cugino Barisone Doria. A questo punto Branca Doria fece tagliare i il cadavere in tanti pezzi, per poi nasconderli accuratamente. Ma, per uno scherzo del destino, anche Branca Doria morì di morte violenta: catturato durante una sommossa a Sassari nel 1323 fu brutalmente giustiziato. Branca Doria compare addirittura in un canto dell’Inferno di Dante …. Per l’esattezza in quello dove sono puniti i traditori degli ospiti!
La leggenda narra che in alcune notti si possa incontrare la sua anima che vaga nella piazza e sul marmo di una colonna della Chiesa di San Matteo appare una chiazza rossastra… si dice che talvolta Branca Doria si aggiri per la piazza con le mani insanguinate e scompaia all’interno della chiesa dopo aver lasciato una traccia di sangue rossastra sulla colonna di marmo!
Tra gli oggetti di valore storico e artistico custoditi nella Chiesa di San Matteo c’era un tempo una spada donata all’ammiraglio Andrea Doria nel 1535 da papa Paolo III. La spada aveva il pomo e la cintura d’oro, lo stemma pontificio con gemme, la lama con inciso il nome del papa che la aveva donata a Andrea. Quando quest’ultimo morì la spada fu messa accanto alla sua sepoltura dove rimase per circa sedici anni finché, un giorno, venne rubata. Il nipote di Andrea Doria offrì una taglia di 200 scudi d’oro per chi l’avrebbe restituita al suo legittimo proprietario ma ciò fu inutile. Si trovò però il ladro un sottufficiale delle galee della Repubblica che, per il furto commesso, venne impiccato con un cappio d’oro in piazza San Matteo.
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